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Santo Varni, artista poliedrico

Santo Varni, vissuto a Genova tra il 1807 ed il 1885, fu prima garzone di un argentiere, poi apprendista presso l'intagliatore in legno Angelo Olivari, quindi scultore sotto la guida di Bartolomeo Carrea e di Giuseppe Gaggini all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova (di cui divenne successivamente insegnate e direttore) ed infine discepolo prediletto del maestro Lorenzo Bartolini a Firenze.
Lavoratore fecondo, eseguì in Genova numerosissime opere, tra le quali va ricordato l'altorilievo con Madonna e Santi della Chiesa dell'Annunziata; diversi monumenti funebri nella Chiesa della Concezione ai Cappuccini e nel Cimitero Monumentale di Staglieno. Statue e composizioni marmoree ad adornare il Teatro Comunale di Savona, e palazzi piemontesi e toscani; e poi il monumento a Cristoforo Colombo, la statua di Giuseppe Garibaldi a Monterosso al Mare, la tomba della regina Maria Teresa di Savoia a Superga, il monumento del generale Chiodo a La Spezia e la statua di Emanuele Filiberto per il Palazzo Reale di Torino.
La bibliografia che lo riguarda è vastissima e illustra centinaia di opere non solo in diverse città italiane ma anche dell'Europa e dell'America Meridionale. La grandezza di Santo Varni è indirettamente confermata da Federico Zeri, studioso e critico d'arte di fama mondiale, che, con altri, riteneva il Trono Ludovisi non un'opera di scuola ellenica del V secolo a.C., bensì un falso realizzato nell'Ottocento da scultori della scuola genovese e, particolarmente, proprio del Santo Varni.

Il Varni, fu quindi artista poliedrico, collezionista, consulente scientifico per il "Corpus Inscriptionum Latinarum" di Theodor Mommsen (premio Nobel per la letteratura nel 1902) e studioso appassionato di Libarna. Attività non secondarie che sono state ben illustrate nel convegno di Chiavari (2015) dagli interventi di Anna Maria Pastorino, Düsseldorf, "Santo Varni e l'archeologia" e di Caterina Olcese, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria, "Santo Varni, o del collezionismo come necessità di vita"; dal contributo di Raffaella Fontanarossa "L'archivio di un 'self-made man' dell'Ottocento. Santo Varni scultore, collezionista e conoscitore" e di Marica Venturino Gambari e Daniela Gandolfi in "Aspetti e tendenze del collezionismo archeologico ottocentesco in Piemonte. Atti del convegno: Tortona, Palazzo Guidobono 19-20 gennaio 2007".

E proprio questa attività di cultore e scrittore di storia dell'arte e collezionista appassionato, costituisce la base del consistente fondo archivistico (e di una piccola ma preziosa collezione di reperti archeologici) del quale il Comune di Serravalle Scrivia ha avviato un progetto di riordino e valorizzazione.

Il fondo, il cosiddetto 'legato Santo Varni', fu acquisito al patrimonio inalienabile del Comune di Serravalle Scrivia nel 2007 quando l'assessorato alla cultura, allora retto da Riccardo Lera, raccogliendo la sollecitazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici (ora Soprintendenza Archeologia) del Piemonte e con il contributo economico della Regione Piemonte, ne rilevò la proprietà dalla signora Giuseppina Barbano Mascolo di Genova, pronipote dell'artista.

Il 'legato Santo Varni' si compone di oltre duemila originali raccolti in trenta fascicoli che comprendono taccuini, manoscritti e disegni che gli esperti della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico del Piemonte hanno giudicato "… di estrema importanza, che testimoniano scoperte, oggetti archeologici e collezioni ormai disperse o non più identificabili…" oltre ad una "…piccola collezione di reperti, tra cui si distingue una ricca raccolta di gemme antiche di consistente valore".

Con un rilevante impegno finanziario, assicurato esclusivamente con fondi propri, il Comune di Serravalle Scrivia ha quindi dato il via al progetto di valorizzazione del 'legato Santo Varni', sia per l'ampia rassegna documentale che per i reperti archeologici.

Questi ultimi, una collezione di gemme d'epoca romana a cui si aggiungono due brocchette, un cratere ed i frammenti di una kyliks, dopo i lavori di pulizia e restauro eseguiti dalla ditta Docilia di Torino sono raccolti nelle sale espositive del palazzo municipale accanto alle 'Collezione Capurro' di proprietà de circolo Accademia Filarmonica di Novi Ligure ed a interessanti reperti concessi dalla Soprintendenza Archeologia del Piemonte.

Ben più consistente l'opera di riordino e valorizzazione della rassegna documentale affidata a ditte altamente specializzate: Acta Progetti di Torino per i lavori di schedatura, riordino e inventariazione dell'archivio cartaceo e LineLab di Alessandria per i lavori di fotoriproduzione e di scansione informatica dell'archivio cartaceo e di riversamento su supporto multimediale.

Il progetto si è concluso con l'intervento della ditta Si.Re Informatica di Novi Ligure che ha realizzato il sito santovarni.it, con la duplice finalità di assicurare la protezione dell'archivio cartaceo e, contestualmente, di agevolarne la consultazione da remoto da parte di un pubblico più ampio: non solo archeologi e ricercatori, ma istituti scolastici e appassionati conoscitori della storia e della tradizione locale.

Il sito santovarni.it infatti raccoglie e presenta una ricchissima documentazione non solo sulla storia e sui reperti del sito archeologico di Libarna (insediamento commerciale sulla via Postumia eretta a colonia nel I secolo d.C. quando raggiunse il massimo splendore) cui pure è dedicata un'ampia sezione. Altrettanto rilevanti sono gli studi, i disegni, le fotografie e le riproduzioni autografe che il Santo Varni dedicò ad una vasta regione che comprendeva naturalmente la Liguria ed in particolar modo il genovesato, ma che si estendeva alla Lunigiana, all'Oltregiogo, alla Valle Scrivia, che percorse come un rabdomante alla continua ricerca di monumenti da riprodurre e di testimonianze da raccogliere nelle sue carte.

Nella raccolta archivistica, per citare solo una parte della documentazione relativa alla Valle Scrivia ed al basso alessandrino, troviamo ampie documentazioni su marmi, bronzi, vetri dipinti e reperti ceramici provenienti da Libarna e Tortona; tavole ed appunti sugli affreschi della pieve e su un bassorilievo e di un dipinto nella chiesa di S. Pietro in Novi Ligure.

E poi disegni e appunti delle tracce di pitture antiche e di reperti scultorei (romanici) presenti nella chiesa di S. Giacomo di Gavi con una rilevante presenza tra i materiali disegnati di reperti inediti e il rilievo della collocazione originaria di lastre decorate altomedievali, poi scomparse; sulla chiesa romanica di San Michele in Borghetto Borbera, oltre a materiali e pubblicazioni sulle diverse chiese romaniche della zona.

E ancora carte sparse raccolte con i seguenti titoli "Appunti di una maiolica già serbata nel Castello di S. Cristoforo"; "Piccolo sepolcro a Stazzano"; "Avanzi di pittura a Vignole e a Pozzolo Formigaro"; una pubblicazione sulla chiesa di San Innocenzo di Castelletto d'Orba; tavole ed appunti relativi a Capriata, a un quadro di un Manfredino di Castelnuovo di Scrivia, alla chiesa abbaziale di Rivalta Scrivia.

Naturalmente non mancano documenti e disegni dedicati ai centri maggiori della sua ricerca in Liguria (Genova e Ventimiglia, Albissola e Albaro, Savignone, Sarzana e Luni), Piemonte (Alba, Tortona), Toscana (Carrara e Firenze) e poi a Roma, Napoli, Torino e Milano.

I suoi taccuini su cui ha redatto i suoi appunti di viaggio e che ha arricchito con decine e decine di disegni, a matita e a penna, sono una fonte inesauribile di informazioni e di curiosità per eruditi e studiosi, per semplici appassionati, per giovani ed adulti.

Tutto questo materiale, riordinato archivisticamente, trova posto sul sito santovarni.it organizzato dal Comune di Serravalle Scrivia affinché possa essere a disposizione di un vasto pubblico, consultato e studiato anche da remoto, e di cui si potrà richiedere la riproduzione del documento originale a biblioteca@comune.serravalle-scrivia.al.it.

Ed ora non resta che augurare buona lettura a quanti si vorranno immergere alla scoperta di un illustre passato delle nostre terre, guidati dalla personalità poliedrica del Santo Varni.

 

Pierangela Eliogabalo

Direttrice della Biblioteca 'R. Allegri' dal 1983 al 2021

 

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